Una favola che parla della plasticità

17:52 Unknown 0 Comments





 (fonte)

Un discepolo, verso metà mattina, andò a bussare alla porta del Maestro.

«Chi è?», chiese il Maestro.
«Rinzo».
Il Maestro gli urlò di andarsene.

Rinzo andò via, sorpreso e senza capire.
Ritornò nel pomeriggio e bussò di nuovo alla porta, ma più timidamente.
«Chi è?», chiese il maestro.
«Rinzo».
Anche stavolta il Maestro gli urlò di andarsene.

Rinzo si avviò verso casa, molto rattristato e sconcertato.
Passò tutta la notte insonne, a soffrire e riflettere.
Perché il Maestro non l’aveva ricevuto? E perché era stato così sgarbato?

Il giorno dopo, all’alba, con gli occhi gonfi e il cuore incerto, andò per la terza volta a bussare alla porta del Maestro.
«Chi è?».
Rinzo stette zitto per qualche secondo. Stava per andarsene.

Il Maestro, con voce un po’ risentita, richiese: «Chi è?»
«Non lo so… sono confuso...», rispose con un fil di voce il discepolo.

«Ah, Rinzo, sei tu…!», disse il Maestro. «Spingi la porta, entra!».


Riscrittura di una famosa favola giapponese zen, anche riportata in Jean-Claude Carrière, Il circolo dei cantastorie. Storie, storielle e leggende filosofiche del mondo intero, 1998, Garzanti, Milano, 1998.

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