Un film sulla plasticità

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Copertina dell'edizione dvd del film (fonte)

Se nel mito antico era il marmo a prendere vita, nel ribaltamento contemporaneo è l’uomo ad essere privato della sua sensibilità, nel vortice del consumismo, si fa egli stesso oggetto, ad uso e consumo di chi sa adoperare con accortezza l’arte del convincimento e della persuasione.

Adam è il prototipo dello “sfigato”. Giacca lisa di tweed, pettinatura con riporto, occhiali a fondo di bottiglia. Un giorno si para davanti Evelyn, la studentessa snob dal fascino disarmante e dal temperamento artistico. Indotto dalla stessa Evelyn, Adam chiede e ottiene un appuntamento con lei. Comincia per Adam, sotto la spinta dell’amore, una sequenza di piccoli e grandi cambiamenti che lo conduce verso una radicale trasformazione. L’influenza di Evelyn è forte e soppianta anche quella degli amici più cari, Phillip e Jenny, destinati a essere coinvolti, loro malgrado, nella metamorfosi di Adam.

Il quid importante della commedia The shape of things del regista Neil Labrute del 2003 sta nell’aver colto la cifra che differenzia il Pigmalione dei giorni nostri e che lo separa in modo irreparabile dai suoi pur simili precedenti.

Link utili: Trailer del film

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